sabato 28 febbraio 2009

I SACERDOTI CATTOLICI IGNORANO SATANA


Monito di padre Bamonte autore del libro "Angeli ribelli"
Esorcisti e demonologi "I sacerdoti ignorano Satana"



«Non tutti i sacerdoti credono in Satana, e ai seminaristi non viene insegnato nulla sull'esistenza dei demoni e su come combatterli». Il monito è stato pronunciato ieri dal pulpito dell'ateneo pontificio Regina Apostolorum, dei legionari di Cristo.

L'occasione è stata la presentazione del libro «Gli angeli ribelli» (edizione Paoline, 222 pagine, 16 euro) scritto da uno dei sei esorcisti della Diocesi di Roma, il religioso dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, padre Francesco Bamonte. Sul banco dei relatori il demologo don Renzo Lavatori, autore della recente «Antologia diabolica» della Utet, e il rettore dell'università, padre Pedro Barrajón.

«Manca questo tipo d'insegnamento, di catechesi - dice l'esorcista - i sacerdoti dovrebbero toccare con mano l'esistenza di Satana. Chi si accosta all'occultimo, all'esoterisimo o allo spiritismo, o chi si avvicina a questo mondo oscuro per sua libera scelta si trova ad abbracciare il Maligno, rischiando la conseguenza più grave, la possessione». Padre Bamonte spiega il termine con una definizione semplice e inquietante: «È la sostituzione temporanea di persona: il corpo non risponde più alla volontà dell'individuo ma allo spirito malvagio, il quale riflette sull'anima del posseduto tutte le sue sensazioni, esprimendo inoltre le sue conoscenze che vanno oltre l'umano».


Il sacerdote tira fuori gli esempi dal suo diario di esorcista: «C'è stato un posseduto che parlava lingue da lui mai conosciute prima, un altro che esprimeva concetti di alta teologia, chi sapeva che nella busta chiusa che avevo in mano c'era un guanto di Padre Pio, o nell'aspersorio non l'acqua benedetta ma quella del santuario della Madonna di Lourdes, oppure una reliquia, e ancora vedendo un rosario il demone sapeva di chi fosse».
Nella sala gremita un seminarista ha esclamato: «Padre, ma queste cose non ce le insegnano, nella catechesi non si parla di Satana né di Cristo che combatte il demonio». Risponde Bamonte: «Ecco perché auspico che ogni giovane prete viva l'esperienza dell'esorcismo: non praticandolo (lo decide solo il vescovo), ma assistendo al rito. Due anni fa il nostro vescovo ci ha detto: "Indicatemi i sacerdoti che pensate siano adeguati a questa missione". Siamo rimasti in sei». Il demonologo don Renzo Lavatori, lo ha spiegato bene: «Il sacerdote dovrebbe esser formato da lezioni di demonologia, per apprendere chi sono i diavoli, qual è la loro natura, la loro forza, e da lezioni di esorcismo per apprendere come si combatte».


Dal 20 al 25 aprile, all'ateneo pontificio, l'istituto Sacerdos terrà per i sacerdoti una serie di lezioni sul demonio con gli esorcisti della Diocesi, aperte non ai seminaristi ma ai sacerdoti. Un percorso formativo varato nel 2005 col primo soccorso di esorcismo.

Fabio Di Chio

27/02/2009



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martedì 3 febbraio 2009

LA TRUFFA DI MAGO AMEDEUS

40 mila euro contro malocchio, denunciato Mago Amadeus
11 luglio 2008 alle 13:20 — Fonte: repubblica.it
I Carabinieri di Pordenone hanno denunciato per truffa e molestie O.G.

di 52 anni meglio conosciuto dalla stesse forze dell’ordine come ‘Mago Amadeus’. Secondo le indagini portate a termine dagli uomini dell’Arma il sedicente mago con studio a Pordenone (Mago Amadeus Gran Maestro dell’Occulto Cartomante Sensitivo Demonologo, spesso alla ribalta su organi di stampa nazionale e televisivi come ‘Strisca la Notizia’) ha circuito un operaio di 52 anni convinto di essere perseguitato dalla sfortuna in campo affettivo-sentimentale. Così nel gennaio del 2006 si era rivolto a Mago Amadeus, che dopo fantomatiche sedute esoteriche, artifizi vari, raggiri e promesse di soluzione positiva dei problemi prospettati, si era fatto consegnare la somma in contatti di 40 mila euro, nonché una motocicletta Yamaha di proprietà della vittima.

Non solo ma il mago — sino al febbraio di quest’anno — ha perseguitato il malcapitato con molestie telefoniche a tutte le ore del giorno e della notte con continue richieste di denaro. Esausto l’operaio si è quindi rivolto ai Carabinieri della stazione di Fontanafredda (Pordenone) i quali, dopo accertamenti e dopo aver scoperto la truffa, hanno fatto scattare la denuncia nei confronti del mago seguita da una perquisizione nello studio dove sono stati sequestrati materiale esoterico, alcuni oggetti e assegni riconducibili all’operaio truffato, nonché alcuni attestati di fantomatiche università delle scienze esoteriche e paranormali. I Carabinieri di Fontanafredda (Pordneone) hanno anche fatto anche un appello a eventuali ‘clienti’ vittime di raggiri da parte del ‘Mago Amadeus’.

AGI

http://newscontrol.repubblica.it/item/472229/40-mila-euro-contro-malocchio-denunciato-mago-amadeus

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MAGO AMEDEUS INGANNO DI SATANA

Venerdì scorso, la trasmissione Mi manda Rai tre, che rende sempre un buon servizio all’utente, ha mandato l’incredibile storia di tal mago Amadeus, denunciato da molte persone per presunta truffa. Il colmo della spudoratezza, il sedicente Mago la ha avuta quando, in studio, ha affermato con assurda spavalderia: faccio esorcismi e per giunta mi riescono meglio di quelli fatti da alcuni preti. Ha aggiunto, che spesso vanno da lui persone addirittura stanche di perdere il tempo da esorcisti veri. Insomma, siamo al paradosso, al limite della farsa quando si scopre che costui, dietro parcelle milionarie, impartisce benedizioni, definendosi persino demonologo. E allora tanto vale, far parlare il demonologo vero, il professor Renzo Lavatori, massima autorità nel campo, uno che di demoni se ne intende: “ intanto non so con quale autorità, intendo dire chi gli abbia dato la patente di demonologo. Forse se le è auto ...
... attribuita”. Professore, chi è il demonologo?: “ quel teologo che studia Satana, un teologo che analizza il diavolo attraverso la Sacra Scrittura, i pensatori della Chiesa, il suo Magistero e la tradizione”. Vi è differenza tra demonologo ed esorcista?: “ certamente. Il demonologo è il teologo o comunque lo studioso che approfondisce lo studio di Satana partendo appunto dai Sacri Testi e dalla Tradizione, ma con piglio scientifico, mai fai da te”. L’esorcista?: “ l’esorcista è un sacerdote, sottolineo sacerdote sacramentale, che dietro mandato del suo Vescovo scaccia i demoni”. Possono coincidere nella stessa persona il ruolo di esorcista e di demonologo?: “ normalmente si tratta di due persone distinte, ma nulla e nessuno vietano all’esorcista di essere studioso di Satana e viceversa. Insomma non esiste un divieto esplicito in tal senso”. Il signor Amadeus, laico,afferma di effettuare esorcismi: “ lo ripeto, i laici non possono effettuare mai esorcismi sacramentali e liturgici che sono affidati dal rituale solo a sacerdoti delegati dal vescovo e per giunta dotati di particolari carismi. Questo non per prevaricazione da parte della Chiesa, ma per la ragione che l’esorcismo è frutto della forza del Signore ed effettuato sempre nel nome di Dio”. Dunque l’esorcismo liturgico e rituale è proibito ai laici?: “ certamente. Ma esistono molti ciarlatani dei quali diffidare che speculano con abilità sulle disgrazie altrui. Poi un esorcista vero non si fa pagare parcelle milionarie o non cerca utilità marginali o bagattelle come pranzi e cene da persone che abbindola con fumo negli occhi, magari facendosi credere uomo di Chiesa o dotati di particolari carismi. Costui è solo un volgare millantatore, persino degno di denuncia”. Dispiace che trattando un argomento tanto delicato, nessuno sapesse rispondere al presunto esorcista, sarà per un’altra volta. Il signor Amadeus dice di elargire benedizioni e rituali dietro laute parcelle: “ altra blasfemia. La benedizione la si pronuncia sempre nel nome di Dio e mai a fine di lucro”. Satana è un raffinato ingannatore, non è che dietro Amadeus si nasconda Satana, visto che discredita i veri esorcisti?: “ guardi non lo escluderei. Satana e furbo, astuto, diabolico. Spesso assume vesti impensabili e posso anche ritenere che dietro le seduzioni di Amadeus si possa celare una manovra del gran mentitore. In caso di esorcismi io suggerisco prudenza. Andate dal medico, dal sacerdote, anche se non ufficialmente esorcista, però mai da maghi e ciarlatani del genere. Cadere nelle loro grinfie è pericoloso sia dal punto di vista della salute, che economico”. Vi è spesso un abuso della credulità popolare: “ vero. Costoro sono gente abile,spesso si fa passare per pia e devota, ma sono dei diavoli mascherati oltre che impostori”. I giornali, duole dirlo, sono pieni di annunci di maghi e guaritori del genere: “ anche loro hanno le loro brave colpe. Ormai si fa tutto nel nome del dia denaro, per mammona, pubblicare ogni sorta di nefandezza. Poi ci lamentiamo. Un buon esempio sarebbe saper dire di no a certi annunzi,ma il mancato guadagno duole”. E molti innocenti piangono e si indebitano. Diffidate dai ciarlatani dell’occulto e della fede.

Bruno Volpe

http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/1286-il-mago-amadeus-potrebbe-essere-un-inganno-di-satana-attenzione-ai-ciarlatani-guaritori-e-falsi-esorcisti-caserecci-lesorcismo-appartiene-ai-sacerdoti-i-giornali-siano-piu-attenti-a-non-pubblicare-annunci-di-chirom

Maghi in manette: bollettino nazionale

Maghi in manette: bollettino nazionale

Italia - Marzo/Luglio 2008

Pordenone, 11 Luglio 2008
I Carabinieri hanno denunciato O.G., 52 anni, in arte “Mago Amadeus”, con l’accusa di truffa e molestie. Un operaio pordenonese si affidò al sedicente mago per levare un presunto malocchio e per tale prestazione il mago si sarebbe fatto consegnare circa 40mila euro nell’arco di due anni. I Carabinieri hanno contestato anche le molestie, perchè il mago faceva continuamente telefonate per richiedere soldi, anche in piena notte.

Treviso, 4 Luglio 2008
Una donna di 45 anni credeva di avere il malocchio e per questo era disposta a pagare 1400 euro a seduta, fino a vendersi la casa, per pagare le parcelle della cartomante. La sedicente maga di 55 anni, originaria della Campania, è stata indagata per truffa dalla squadra mobile di Treviso, dopo che la vittima si è confidata con un poliziotto.

Palermo, 13 Giugno 2008
La sedicente maga Rom Marcelu Ancuta, 22 anni, aveva tentato di estorcere denaro ad una badante rumena, minacciandola di praticare riti di magia nera se non le avesse consegnato tutti i gioielli e 1.300 euro in contanti. La maga è stata arrestata dai carabinieri del comando di Palermo con l’accusa è di estorsione aggravata.

Viterbo, 5 Giugno 2008
Sosteneva di essere rendere più belle le sue clienti. Così un mago e pranoterapeuta di 61 anni, impiegato pubblico in pensione, attirava le ragazze nel suo studio a Monterosi, in provincia di Viterbo, per compiere abusi sessuali. Cinque le vittime, tutte minorenni, fra cui una tredicenne. L’uomo è stato arrestato dalla Polizia con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata con l’aggravante per la violenza su una minore di anni 14. Per attirare le sue vittime leggeva le carte, faceva riti con amuleti e unguenti, poi proponeva massaggi. I poliziotti hanno sequestrato due pistole non denunciate, tarocchi, amuleti, creme, anelli, candele, unguenti e due confezioni di Cialis, un farmaco simile al Viagra.

Torino, 16 Maggio 2008
La cartomante Angela ha avvicinato per strada una donna di 42 anni di Favria: 20 euro per la lettura della mano e poi 800 per impedire disgrazie familiari ed eliminare le fatture. Ma la vittima si è rivolta ai Carabinieri, e così la maga, quarantenne già pluripregiudicata, è stata arrestata dai carabinieri di Rivarolo Canavese (Torino) con l’accusa di truffa aggravata continuata.

Forlì, 14 Maggio 2008
Il 57enne Girolamo Mazzoccoli, in arte “Mago della Sfinge”, è stato condannato a quindici anni di reclusione per violenza, truffa ed estorsione. Il Pm Alessandro Mancini aveva chiesto dieci anni di reclusione, ma il giudice è stato ancora più severo aumentando la pena e condannando anche al pagamento di 200 mila euro come anticipo del risarcimento danni alla parte offesa (provvisionale). Condannata a quattro anni e mezzo di carcere anche la madre della vittima, perché non avrebbe impedito all'uomo di abusare della figlia minorenne. Il padre è stato invece assolto.

Potenza Picena, 4 Aprile 2008
La prima inchiesta sulla maga Clara è iniziata 2006 dopo un video mandato in onda da “Striscia la Notizia”. La Guardia di Finanza di Ancona avviò un accertamento fiscale ed ora Clara Romano, 66 anni, dovrà difendersi dall’accusa di truffa aggravata. Secondo gli inquirenti, la maga avrebbe raggirato tredici persone: prospettando disgrazie o peggioramenti delle condizioni di salute li avrebbe convinti a sborsare fino a 5mila euro per riti e imposizione delle mani. Tra i suoi clienti ci sono stati anche vip come Moratti e Eriksson.

Sanremo, 16 Aprile 2008
Francesca Gemelli, maga calabrese di 75 anni, residente a Sanremo, è accusata di aver spillato centinaia di milioni di vecchie lire a una donna di 49 anni di Trevi nel Lazio (Frosinone). La maga le avrebbe venduto per corrispondenza, per vent'anni, filtri d'amore per conquistare un uomo. Il processo è in corso a Sanremo, dove il giudice monocratico Massimiliano Rainieri ha aggiornato il dibattimento al 25 giugno per l'audizione dei testi. All'origine di questa vicenda ci sarebbe la fragilità di una donna, suggestionabile, superstiziosa e con manie di persecuzione, che avrebbe venduto diversi immobili per pagare la maga.

Lecce, 10 Marzo 2008
La Polizia di Galatina ha arrestato in un albergo di Cutrofiano (Lecce), Antonella Greco, 42 anni, salentina di San Donaci. La donna era colpita da un mandato di cattura europeo. Nel 2001 a Stoccarda, professandosi chiaroveggente, avrebbe carpito la buona fede di una cittadina tedesca dalla quale si sarebbe fatta consegnare circa 200mila euro con la minaccia della «magia nera».

Varese 11 Marzo 2008
Sono iniziate le udienze preliminari del processo ai maghi della Magic Star, attività che venne cessata nel 2007 dopo un’inchiesta per truffa ed estorsione. Secondo l’accusa del Pm Tiziano Masini i cartomanti fornivano consulti e riti a pagamento che erano invece truffe. Gli imputati sono 13, con 41 capi di imputazione. Sono invece 11 le vittime che hanno chiesto la costituzione di parte civile. Anche il Movimento consumatori ha chiesto di entrare nel processo come parte civile. Tra gli imputati Enzo Cugnasco, titolare del marchio Magic Star, e Graziella Panella.

Roma, 15 marzo 2008
«Gli imputati, sfruttando la credulità di persone affette da serie patologie psichiatriche, in cura con psicofarmaci, si sarebbero fatti consegnare decine di milioni delle vecchie lire» con questa motivazione il giudice Paola De Martiis ha condannato tre maghi: 2 anni di reclusione a Stefano Brancato, noto come "Mago Ashe", 1 anno e 8 mesi a Salvatore Carciopolo, il "Mago di sempre" e al fratello Giovanni. I tre, tutti originari di Catania e provincia, sono stati ritenuti responsabili di circonvenzione di incapace. Avevano aperto studi in alcune città del centro Italia, tra cui Roma, ma furono arrestati nel 2002. Una signora romana avrebbe consegnato 60 milioni di vecchie lire ed un braccialetto d'oro, nella convinzione di potersi liberare dal malocchio.

Enna, 15 marzo 2008
Il tribunale di Enna ha condannato la "Maga di Venere", Concetta Lanieri di 56 anni, a un anno e due mesi di reclusione per truffa. Una giovane donna, che era stata convita di avere il malocchio, denunciò la maga perché minacciava di colpire lei e la sua famiglia con un potente maleficio se non avesse pagato 1.300 euro. La donna aveva già consegnato circa 3 mila euro. Alla maga è stata contestata l'aggravante di avere approfittato di un momento di malattia e debolezza psicologica della vittima, "per farle credere di trovarsi in una situazione di pericolo".

Arezzo 22 marzo 2008
Avevano convinto una imprenditrice aretina di 40 anni di aver perso il fidanzato a causa del malocchio. E per toglierlo si erano fatte consegnare 20mila euro in contanti e gioielli per un valore di 10mila euro. Ma l’ex fidanzato non tornava, pertanto la donna ha compreso di essere stata truffata e ha denunciato due maghe, madre e figlia, che si erano spartite il bottino.



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Questa è una news del sito www.assotutor.it

http://www.assotutor.it/news/2008/08-5.html

LA BESTEMMIA E’ L’URLO DELLINFERNO

LA BESTEMMIA E’ L’URLO DELLINFERNO

di Don Enzo Boninsegna

A) RITRATTO DELLA BESTEMMIA Dire che la bestemmia è una gravis­sima offesa al Nome santo di Dio è dare una definizione esatta, ma un po' fredda, arida, scheletrica che non riesce ad espri­mere a sufficienza la drammaticità e la gravità mostruosa di questo fenomeno diabolico.

Come non ci sono parole che possano esprimere fino in fondo la grandezza e la maestà infinita di Dio, così non ci sono parole che possano esprimere fino in fon­do l'abisso di malizia e di miseria morale che è racchiuso nella bestemmia.

Ogni definizione, per quanto precisa, dirà sempre troppo poco: la realtà dell'of­fesa a Dio è sempre molto più grande di quanto si possa esprimere. Si può e si deve comunque cercar di dare della bestemmia un'idea che sia il più vicino possibile alla realtà. Tentiamo allora, con poche pennel­late, di tratteggiarne il ritratto.

La bestemmia è l'urlo rabbioso di sa­tana che esce dalla bocca di un uomo per cercar di sporcare la Gloria di Dio. Non è a caso che S. Caterina da Siena ha definito il bestemmiatore un "demonio incarnato".

La bestemmia è il frutto più velenoso che può scaturire da un lampo di follia. C'è una forma di pazzia stabilizzata e cro­nica e c'è una forma di follia che va a sprazzi e rende l'uomo capace di manife­stare in un attimo abissi di stoltezza.

La bestemmia è il segno più palese dell'odio e del disprezzo verso Dio, e questo al di là delle intenzioni di chi vomi­ta quell'espressione blasfema.

La bestemmia è il supremo atto di superbia che un uomo possa compiere, perché lui, così piccolo, sporco e impoten­te, tenta di mettersi sotto i piedi il Signore Dio, infinitamente grande, infinitamente Santo e Onnipotente, quel Dio che, se solo lo volesse, potrebbe stritolarlo in un attimo e con ottime ragioni.

La bestemmia è il più grande atto di stupidità, perché fa dell'uomo un nemico di Colui che vorrebbe essergli amico, Padre, benefattore e salvatore.

La bestemmia è anche il segno rive­latore di un animo bovino, è manife­stazione di volgarità, di grossolanità e di poca intelligenza, perché una persona fi­ne, intelligente e perciò non volgare, sa trovare altri modi leciti per far sbollire un momento di tensione.

La bestemmia è una barriera innal­zata tra il bestemmiatore e tutti quelli che si sentono offesi dal linguaggio bla­sfemo, vedendo colpito quel Dio in cui credono e che amano come Padre.

"La bestemmia - ha detto qualcuno - è il cancro dell'anima". Come il cancro infat­ti invade tutto l'organismo fino a portare alla morte, così la bestemmia quanto meno annebbia, ma quasi sempre paralizza tutte le facoltà dell'anima e uccide in essa il gusto delle cose di Dio.

La bestemmia è anche, quasi sem­pre, una malattia contagiosa che infetta altri. Nessuno mai infatti ha cominciato a bestemmiare per il gusto di bestemmiare, ma tutti i bestemmiatori sono diventati tali sotto la spinta del cattivo esempio rice­vuto, e cioè perché infettati da collaudati bestemmiatori che sono stati i loro maestri di vizio e di imbecillità.

La bestemmia è "un'offesa diretta a Dio, offesa che sarebbe qualcosa di in­concepibile se non fosse una tristissima realtà" (Costantino Caminada).

B) IL CONTRARIO DEL NOSTRO DOVERE Dopo aver creato l'uomo, Dio non lo ha condannato all'isolamento, prigioniero della terra, ma lo ha invitato al dialogo, a librarsi verso il Cielo, a ricambiare il suo amore, a vivere nel conforto di un pieno abbandono e di una piena fiducia in Lui.

In questo dialogo, in questo rapporto di amore a cui Dio ci chiama, dobbiamo pri­ma di tutto lodare il Signore: "Benedetto sei tu, Signore... Benedetto il tuo nome glorioso e santo, degno di lode e di gloria nei secoli" (Dn 3,52-53).

Per migliaia di volte Dio ci invita nella Bibbia a lodare il suo nome: in particolare i Salmi straripano di lodi al Signore. E tutta la vita di Gesù, di sua Madre Maria e dei Santi è stata un cantico di lode al nostro Creatore e Padre.

Se Dio è così grande da meritare ogni lode possibile, tanto che gli stessi Angeli lo adorano (cfr. Eb 1,6), e noi così piccoli, ne deriva come logica conseguenza e co­me segno di umiltà, il dovere che abbiamo di coltivare un profondo spirito di ado­razione: "Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto" (Mt 4,10).

Poi il Signore ci esorta alla ricono­scenza per i molti, moltissimi beni che ci ha offerto in dono: "In ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio" (1 Ts 5,18).

Amandoci come Padre, e come il mi­gliore dei padri, il Signore ci invita inoltre a chiedergli tutto ciò di cui abbiamo bisogno: "In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste" (Fil 4,6).

E infine, essendo noi peccatori, il Si­gnore ci insegna a chiedere perdono, con umiltà e con fiducia, per il cattivo uso che abbiamo fatto dei suoi doni: "Rimetti a noi i nostri debiti" (Mt 6,12).

Ebbene, se a tutto questo siamo invitati da Dio, con la bestemmia si fa l'esatto con­trario.

Dio ci invita alla preghiera di lode, ma con la bestemmia lo si disprezza e si cerca di sprofondarlo nella fogna del disonore.

Dio ci invita alla preghiera di adora­zione, ma con la bestemmia invece di rico­noscere la sua infinita grandezza e la sua superiorità nei nostri confronti, si tenta di abbassarlo sotto il livello delle bestie.

Dio ci invita alla preghiera di ringra­ziamento, ma con la bestemmia lo si ri­cambia con la peggiore ingratitudine.

Dio ci invita alla preghiera di ri­chiesta, ma con la bestemmia ci si mette in condizione di non poter ricevere i suoi doni.

Dio ci invita alla preghiera per avere il perdono, ma con la bestemmia si pon­gono le basi per attirare su di sé e sul mon­do intero non il perdono, ma i più tremendi castighi.

Che cosa resta di cristiano in un cri­stiano che bestemmia? Più nulla.

E che cosa resta di umano in un uomo che offende chi l'ha creato? Solo una palli­da ombra di umanità, un rottame di uma­nità e nulla più.

Immagina che un grande pittore porti un amico in visita a un museo in cui sono esposte le sue opere perché veda i suoi capolavori e quell'amico, invece di ammi­rare quelle opere e lodare chi le ha fatte, comincia a dire parole di disprezzo verso l'artista. Un comportamento assurdo! Una delusione completa!

Ancora più grave è la responsabilità e la colpa di chi offende il migliore degli artisti, il Signore Dio, il Creatore di ogni cosa, la Fonte di ogni bellezza, il Datore di ogni dono. Non è esagerato dire che il bestemmiatore ha fatto di se stesso un mostro!

C) VARI TIPI DI BESTEMMIA La più grave forma di bestemmia è quella che unisce al Nome Santo di Dio (o di Gesù, o dell'Ostia Santa, o del SS.mo Sacramento, parole cariche di disprezzo. Non è il caso di fare esempi, anche perché purtroppo ne abbiamo fatto spesso amara esperienza sentendo alcune di queste mo­struosità sulla bocca di qualche persona.

È bestemmia anche dire contro Dio pa­role che non portano il marchio del di­sprezzo, ma che comunque il Signore non merita. Quante volte mi è capitato di senti­re qualcuno che nel momento del dolore esprime la sua delusione o la sua rabbia di­cendo: "Dio è crudele. Dio è ingiusto". Frasi come queste, o altre simili, che nega­no delle verità di Fede riguardo a Dio, so­no dette bestemmie eretiche.

Capita spesso di sentire il nome "Cri­sto" senza alcun titolo, pronunciato con una tale carica di rabbia che, per la violen­za del tono, rasenta la bestemmia!

Vera e propria bestemmia è anche l'of­fesa che colpisce i Santi, e in particolare la Madonna, o persone (il Papa) che per la loro sacralità sono un riflesso di Dio nel mondo. Pur non essendo Dio il bersaglio diretto, colpendo la santità o la sacralità si colpisce Dio, che è Fonte tanto dell'una quanto dell'altra.

Giovanni Paolo II, parlando del di­sprezzo rivolto contro il Nome di Dio, elenca, dopo la bestemmia, gli "spettacoli dissacranti" e le "pubblicazioni altamen­te offensive del sentimento religioso" (21 marzo 1993). Potremmo definirle bestem­mie a mezzo stampa, bestemmie cinema­tografiche, bestemmie teatrali.

Basti qui citare il "gran maestro" della dissacrazione, Dario Fo che, nel suo "Mi­stero buffo", ha deriso Gesù, la Madonna e altri personaggi del Vangelo.

Queste bestemmie, a differenza della bestemmia comunemente intesa, che può avere l'attenuante di sfuggire in un attimo, in un lampo quasi senza accorgersene, so­no bestemmie ragionate, meditate, volute, infiocchettate col fascino dell'arte e quindi con un potere devastante per il linguaggio suggestivo con cui sono confezionate e per l'altissimo numero di lettori o di spettatori che raggiungono.

Non si può parlare invece di bestem­mia quando il Nome di Dio viene nomi­nato invano, senza un serio e ragionevole motivo, ma e senza alcun titolo offensivo. Ma di questo parleremo più avanti.

Infine, si sente qualcuno che pronuncia il nome "zio" (qualcosa di simile), e subi­to vi aggiunge una parolaccia come quelle che altri affibbiano al Nome di Dio. L'e­spressione che ne risulta non è bestemmia, ma è molto facile che come tale venga av­vertita da chi la sente. Perciò, anche se non c'è la bestemmia, può esserci lo scandalo. In ogni caso, chi parla in questo modo, ol­tre ad essere ambiguo e ipocrita (una ipo­crisia alla rovescia!), perché vuol apparire bestemmiatore senza esserlo, contribuisce a diffondere un tipo di linguaggio che favorisce l'espandersi della bestemmia.

GRAVITA’ DELLA BESTEMMIA

A - VOCI AUTOREVOLI Mi è sembrato opportuno aprire questo articolo dando la parola a uomini estre­mamente autorevoli per la santità della vi­ta e per l'alto insegnamento che ci hanno lasciato in eredità e che la Chiesa approva in pieno.

San GIROLAMO (340 - 420) "Qua­lunque altro peccato diventa leggero se paragonato alla bestemmia".

Sant'AGOSTINO (354 - 430) "La bestemmia è più grave ancora dell'uc­cisione di Gesù Cristo fatta dai giudei... perché i crocifissori di Gesù non sape­vano quello che facevano e non cono­scevano Gesù come vero Dio, mentre i bestemmiatori di solito sanno quello che dicono e conoscono chi è Dio".

San BERNARDO di Chiaravalle (1090-1153) "Tutti gli altri peccati na­scono più o meno da fragilità o da igno­ranza, ma la bestemmia procede da scel­leratezza".

San TOMMASO d'Aquino (1225 - 1274) "La bestemmia è il più enorme di tutti i peccati"

San BERNARDINO da Siena (1380 - 1444) "La bestemmia è il peccato maggiore che ci sia... maggiore della superbia, dell'omicidio, dell'ira, della lus­suria e della gola... La lin­gua del bestemmiatore è una spada che trafigge il Nome di Dio".

Sentir dire che la bestem­mia è il peccato più grave (an­che se a dirlo sono grandi Santi e maestri di Fede) a molte per­sone può sembrare quanto me­no azzardato.

Anche la maggior parte dei cristiani (o forse è meglio dire: di quanti si ritengono cristiani) pensa che ci siano peccati mol­to più gravi della bestemmia: l'omicidio, ad esempio, il furto, lo spaccio di droga e altri... e questo perché il metro con cui molti giudicano la gravità di un peccato non è più il metro di Dio, ma è un criterio emotivo, o la mentalità più diffusa nel loro ambiente.

È chiaro allora che se quasi tutta l'attenzione del nostro tempo è concentrata sull'uomo e, di fatto, quasi inesistente verso Dio, ciò che colpisce l'uomo è considerato grave e ciò che offende Dio è conside­rato insignificante.

Ma qual è il giusto metro per misurare la gravità di un peccato?

Sono tre gli elementi da valutare:

a) - l'oggetto che viene colpito,

b) - la posizione della persona che pecca,

c) - le conseguenze che ne derivano.

B - DIO COME BERSAGLIO Primo elemento - Da qualche tempo si sta accentuando (e giustamente!) una sen­sibilità che educa a un maggior rispetto verso la natura. Sia chiaro che questa non è una "trovata" dei Verdi; è invece esplicita volontà di Dio manifestata più volte nella Sacra Scrittura. Basti ricordare quanto di­ce la Bibbia dopo che il Signore ha chia­mato alla vita ogni creatura: "E Dio vide che era cosa buona." Ogni creatura per­ciò, proprio perché buona, va rispettata!

E se va rispettata ogni creatura, anche la più picco­la, non va forse rispettato il Creatore di ogni cosa?

Si tutelano le piante e gli animali, si difendono i diritti dell'uomo, e i diritti di Dio non vanno forse proclamati e difesi al di sopra di tutto? Se uccidere un animale senza motivo e ma­gari dopo averlo torturato im­pietosamente è un peccato mortale, ancora più grave e mostruoso è colpire il Creatore di ogni cosa, che vale infinita­mente di più di ogni sua crea­tura. Gli altri peccati colpi­scono la Legge di Dio, ma la bestemmia colpisce Dio.

Anche gli altri peccati of­fendono il Signore, ma lo of­fendono indirettamente, mentre la bestemmia lo col­pisce direttamente al cuore. Che poi la bestemmia non riesca di fatto a colpire Dio, non diminuisce la gravità della colpa. Se infatti un uomo ten­tasse di spararti, ma il colpo di pistola andasse fortunatamente a vuoto, non per questo consi­dereresti meno grave ciò che ha tentato di fare contro di te.

C - LA POSIZIONE DEL BESTEM­MIATORE Secondo elemento - L'uomo che of­fende il Signore con la bestemmia non è un estraneo nei suoi confronti, ma è una sua creatura; da Lui ha ricevuto il bene supre­mo della vita e... nella vita ogni altro bene.

Se è già un gravissimo peccato di orgo­glio che una piccola crea­tura, il quasi-niente, cioè l'uomo, offenda l'Altissi­mo, il Perfettissimo, Co­lui che è il "Tutto", cioè il Signore, ancora più grave è che a offendere Dio sia una creatura nata da Lui e che ha ricevuto e riceve tutto ciò che ha e tutto ciò che è.

All'orgoglio si ag­giunge l'ingratitudine. E per tutti una colpa gra­ve uccidere un uomo, ma quanto è più grave se a ucciderlo è suo figlio! Con la bestemmia l'uomo offende suo Padre e il suo più grande Benefattore.

"Il bestemmiatore - scrive Pasquale Casillo ­supera la malignità dei diavoli, questi bestem­miano Dio perché sono castigati da Lui e si sen­tono disperati, egli inve­ce bestemmia Dio men­tre ne viene conservato in vita e bene­ficato."

E se è grave che un uomo qualsiasi be­stemmi, ancora più grave è se a farlo è un cristiano convinto e praticante, per­ché questi ha ricevuto molto più di un non credente: ha ricevuto la luce della Fede, il dono della Grazia e la chiara promessa del Paradiso. E non è solo creatura, ma è anche figlio di Dio.

È estremamente significativo e acco­rato il lamento di Dio: "Ho allevato e fatto crescere dei figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma i miei figli non mi riconoscono e non mi amano come loro padre ".

Ma c'è dell'altro.

Bestemmiando, l'uomo offende il suo più grande Benefattore, ma lo offende ser­vendosi degli stessi doni che da Lui ha ri­cevuto. S. Paolo Apostolo ci ricorda: "Che cosa mai possiedi che tu non abbia rice­vuto?". E ricevuto da Dio, ovviamente!

Nella bestemmia, all'orgoglio e all'in­gratitudine si unisce la beffa!

Che cosa pensare di un povero che ricevuta una generosa offerta, invece di ringraziare il suo benefattore, non solo lo investe con una tempesta di offese, ma usa parte del denaro ricevuto per comprarsi una pistola con cui attentare alla vita di chi l'ha soccorso?

Chi bestemmia fa la stessa cosa: usa il dono dell'intelligenza e il dono della paro­la per scagliarsi contro chi gli ha offerto quei doni e tutto il resto.

D - LE CONSEGUENZE Terzo elemento - Per valutare la gra­vità oggettiva di un'azione vanno prese in considerazione anche le conseguenze che ne derivano. E le conseguenze della be­stemmia sono catastrofiche: per la gloria di Dio, che viene infangata nel peggiore dei modi; per la società, che perdendo Dio perde il suo fondamento e crolla; e più ancora per la singola persona che, con la bestemmia, attira su di sé il castigo di Dio nella vita terrena e si espone al rischio della rovina eterna.

La bestemmia devasta un'anima, le toglie il gusto delle cose di Dio e favo­risce così l'agonia e la morte di ogni al­tra virtù. Dove la Grazia del Battesimo aveva fatto fiorire un giardino per Dio, la bestemmia crea pian piano la desolazione del deserto.

Questa perdita del gusto delle cose di Dio, lentamente, forse inavvertitamente, ma anche inevitabilmente si diffonde co­me un'epidemia a tutta la società. "Ogni rifiuto di Dio si trasforma prima o poi in un disastro per l'uomo" (Vittorio Messo­ri). Senza Dio l'umanità decade e si imbe­stialisce brutalmente; dilaga inarrestabile ogni forma di vizio e di violenza, fino a fare del mondo una fogna e della comunità umana non più una famiglia di fratelli, ma un branco di lupi feroci.

La cronaca di tutti i giorni ce ne dà ampia conferma. "1 diritti dell'uomo non hanno vigore che là dove sono rispettati i diritti di Dio. L'impegno per i primi è illusorio, inef­ficace, poco durevole se si realizza al margine o nella dimenticanza dei se­condi" (Giovanni Paolo II).

La bestemmia non solo intacca la glo­ria esterna di Dio, ma ren­de inutile la passione e morte di Cristo. Per Gesù non è stato assurdo sof­frire per noi: lo ha fatto con tutto l'amore possi­bile, vorrei quasi dire: lo ha fatto con gioia, sapen­do che la sua passione e morte avrebbero fruttato a noi la vita eterna in Pa­radiso.

Ma per chi a causa della bestemmia finisce all'inferno, Gesù è mor­to inutilmente!

Devo aggiungere che la bestemmia oltre ad es­sere un peccato grave, gravissimo, è anche un peccato stupido.

Non lo giustifico, pe­rò capisco il ladro che ri­schia di perdere il Para­diso (se non si converte), ma almeno ci guadagna un po' di ricchezza in questa vita.

Non lo giustifico, però capisco che rischia la vita eterna pur di godersi il bri­vido del piacere dei sensi. Capisco tutto anche se non giustifico niente.

Ma il bestemmiatore oltre a non giu­stificarlo non si può nemmeno capirlo: infatti si gioca il tutto, il Paradiso, per il niente, perché la gioia che deriva dalla bestemmia è zero e meno di zero! Sfido chiunque a dimostrare il contrario.

Quando dico "grave", anzi "gravissi­ma " la bestemmia, mi riferisco alla mate­ria.

Preciso questo per le persone scru­polose che credono di aver commesso un peccato mortale se, dopo aver sentito delle bestemmie da qualcuno, se le sentono rim­bombare come un pensiero ossessivo e non riescono ad allontanarle.

In questo caso, pur essendoci la ma­teria grave, non c'è peccato (né mortale, né veniale) perché manca la volontà.

Come ci insegna il catechismo, perché ci sia un peccato mortale ci devono es­sere:

1°) materia grave;

2°) piena avvertenza;

3°) deliberato consenso.



Parlando della vastità del fenomeno blasfemo, non si può ignorare che da qual­che tempo la bestemmia ha invaso nuove aree prima quasi del tutto inesplorate. Non è esagerato paragonare oggi la bestem­mia a un cancro in metastasi che ha este­so la sua presenza devastante a tutto l'orga­nismo sociale.

Un tempo la bestemmia era "monopo­lio" o "privilegio" quasi esclusivo di certe categorie: bestemmiavano le classi più povere, non le classi più elevate; bestem­miavano gli uomini, pochissimo le donne; bestemmiavano gli adulti, non i bambini (salvo, s'intende, poche eccezioni). Oggi, invece, anche le classi culturalmente e so­cialmente più elevate, anche le donne, an­che i bambini si fanno sentire.

Bestemmiano medici, ingegneri, av­vocati... tutte persone che un tempo non l'avrebbero fatto, se non altro per non per­dere quel tocco di signorilità e di buona educazione che li distingueva dalle classi meno colte e più povere.

Si sta andando a grandi passi verso un avvicinamento delle classi sociali (cosa in sé positiva), ma in troppi casi è un livel­lamento in basso, non in alto. Si può quasi parlare di una comunione tra le classi, ma è una comunione nel male più che nel bene, un darsi una mano nel fango più che in un clima di accresciuta civiltà. I "nuovi tem­pi" più che lavare chi sguazzava nel pantano della bestemmia, hanno infet­tato e sporcato chi non ne era toccato.

Un esempio tra tanti: con profonda amarezza un giovane medico mi ha confi­dato che il suo primario molto spesso, quando si trova in sala operatoria col pa­ziente sotto i ferri, fa sbollire la tensione con una raffica di bestemmie. E guai se qualcuno si permette di richiamarlo!

Anche la donna, che un tempo evitava la volgarità nel linguaggio, e a maggior ragione la bestemmia, se non altro per non perdere quel fascino che le viene da una finezza tipicamente femminile, ormai sta tallonando l'uomo nella volgarità e nel linguaggio blasfemo.

Conosco uomini, collaudati bestem­miatori, che un tempo si sarebbero guar­dati bene dal lasciarsi sfuggire anche solo una bestemmia davanti alla fidanzata: po­teva comportare la fine di un sogno e del loro amore. Oggi, al contrario, ci sono ra­gazze che, per guadagnare punti nella stima del loro ragazzo, sparlacciano e bestemmiano con estrema disinvoltura.

Anche qui un livellamento in basso: non è l'uomo che si è elevato, è la donna che si è abbassata. Anche qui... una comu­nione nel fango!

E infine... l'infanzia. Che pena sentire bambini che nella loro prima Confessione, e in quelle che seguono, dicono di avere bestemmiato! Non pregano quasi mai, ma già bestemmiano e bestemmiano abitual­mente. In questa situazione sono del tutto esenti da responsabilità i loro genitori?

Non mi preoccupa tanto il grado di colpa che quei bambini possono avere nel presente: a quell'età ci possono essere grosse attenuanti. Ciò che preoccupa mag­giormente è la responsabilità criminale degli adulti o dei ragazzi più grandi che si fanno maestri di vizio, e del peggiore dei vizi, per dei bambini innocenti.

Vengono in mente le parole di Gesù: "Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa una grossa pietra al collo, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! " (cfr Mt 18, 6-7).

E preoccupa inoltre l'avvenire di questi bambini: se già da piccoli bestemmiano (sia pure, forse, senza colpa grave), quale avvenire di peccato si prepara per loro, se al più presto non troveranno sul loro cam­mino delle persone buone, attente e sensi­bili, capaci di farli smettere di bestem­miare! E non è facile che ciò avvenga.

Soprattutto è esposta a gravissimo rischio la loro salvezza eterna.

Pare che questo rischio, concreto per ogni uomo, nemmeno sfiori tanti genitori cristiani, intenti a far crescere i loro figli come "polli da allevamento" più che co­me figli di Dio chiamati alla gioia eterna.

ARROGANZA DEL FENOMENO BLASFEMO Meritano una particolare menzione, primi tra tutti, i bestemmiatori vigliacchi e occulti che lasciano traccia della loro imbecillità scrivendo bestemmie sui muri delle case, delle scuole, delle Chiese (per­fino all'interno sui banchi!).

Quasi sempre la bestemmia esplode in un ambito ristretto: c'è chi, per una certa capacità di autocontrollo, non bestemmia mai in presenza di altre persone; c'è poi chi bestemmia solo in casa o con gli amici e c'è, infine, chi bestemmia disinvoltamente anche nei luoghi pubblici: al bar, sul posto di lavoro, in treno, ecc...

Questi ultimi, in genere, sono piuttosto arroganti e aggressivi nei confronti di chi protesta e li richiama al rispetto di Dio e degli altri. Ma non è questa l'arroganza più grave: è comprensibile (anche se non scu­sabile) che un uomo ferito nell'orgoglio reagisca difendendosi.

Normalmente nei luoghi dove si esige un maggior contegno neanche i peggiori bestemmiatori, bestemmiano se non altro per non perdere la faccia.

Da qualche tempo, però, le cose sono peggiorate anche sotto questo aspetto: la bestemmia genera sempre meno disa­gio, esce sempre più allo scoperto e sta guadagnando terreno.

L'arroganza di certi bestemmiatori ha fatto un salto di qualità. Si vanno allen­tando i freni inibitori in tutti i campi della vita morale, per cui ciò che ieri era motivo di vergogna (si pensi alla pornografia), oggi è motivo di vanto. Questo vale anche per la bestemmia.

Sono sempre più numerose le canzoni "rockettare" che tra le tante altre idiozie infilano dentro qualche bestemmia contro Dio e l'esaltazione di Satana.

Qualche anno fa l'Italia sportiva ha "goduto l'ebbrezza" della prima bestem­mia televisiva: dal microfono del telecro­nista che commentava una partita giocata allo stadio di Verona è uscito il "grugnito " blasfemo dell'imbecille di turno che si trovava lì vicino.

Nel pomeriggio di una domenica di gennaio 1984, altro salto di qualità: l'attore Leopoldo Mastelloni ha regalato ai 5 mi­lioni di telespettatori la prima bestem­mia televisiva "solenne" e "firmata ".

Una sola bestemmia, ma... 5 milioni di scandali; una sola bestemmia moltiplica­ta dall'immenso potere della TV.

E c'è di più, ed è la pretesa di dare alla bestemmia dignità di cultura.

Il cinema si è distinto in questa impresa infame e scandalosa con alcuni film che, al di là dei proclami, avevano uno scopo preciso: infangare la santità del Signore Gesù, della sua Santissima Madre Maria e di San Giuseppe.

Cito soltanto: "Je vous salue, Marie" di Jean Luc Godard e "L'ultima tentazione di Cristo "di Martin Scorzese, "Il ventre di Maria" di Memè Perlini e "Per amore, solo per amore " di Giovanni Veronesi. E potrei citarne anche altri.

Ma c'è ancora di peggio, ed è il recla­mare a gran voce, per la bestemmia, il di­ritto di cittadinanza nel vivere civile.

L'agenzia di stampa "Corrispondenza Romana", in data 17- 24/8/1988, riportava la seguente notizia: "Il 20, 21 e 22 agosto si è svolto a Rimini un Congresso Bla­sfemo organizzato dalla UNMILA, un'as­sociazione con circa mille aderenti, diretta da un tale Guido Tassinari, che si propone l'obiettivo di abiurare la propria fede. Nel corso del convegno, al quale hanno par­tecipato anarchici, radicali, socialisti an­ticlericali, reduci del 68 e Cristiani di ba­se, tra l'altro è stata lanciata la proposta di organizzare un torneo di bestemmie. Per­ché non organizzare un torneo di bestem­mie ha affermato Tassinari e stendere un elenco dei maggiori bestemmiatori? Ci vuole una cattedra universitaria per lo studio della bestemmia':

Dal 28 ottobre 1993 Radio radicale, invece di trasmettere programmi preparati dalla redazione, per un certo periodo ha lasciato libero spazio alle telefonate degli ascoltatori. Sembrava di sentire lo scate­narsi dell'inferno sulla terra: volgarità in­descrivibili, odio feroce tra Nord e Sud e inoltre bestemmie, bestemmie e ancora bestemmie in tutte le salse, contro Dio e la sua SS.ma Madre. Radio radicale ha scoperto il trucco per propagare be­stemmie senza doverne pagare le con­seguenze sul piano legale.

Nessuno, né in campo civile né in cam­po religioso, è intervenuto con mezzi ade­guati per porre fine alla vergogna.

Tutto tace, anzi... qualcuno giustifica! Il garante per l'editoria Giuseppe Santa­niello ha giustificato il suo mancato inter­vento sostenendo che le telefonate tra­smesse da Radio radicale, anche se ricche di parolacce e di bestemmie, "rispecchia­no la vita, i sentimenti, le modalità di co­municazione diffusi nelle società". E se qualcuno avesse dato del "porco" a lui... Sarebbe ancora dello stesso parere?

Tratto dalla rivista mariana: Grande Opera mariana Gesù e Mari

http://www.preghiereagesuemaria.it/sala/la%20bestemmia.htm